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Chirurgia estetica in Argentina. La qualità più alta della bellezza

FAQ

Pronto, Chirurgia SALUS?

Le vostre domande, le nostre risposte. Una FAQ basata sulle richieste reali dei nostri pazienti, giunte per email o ai nostri centralini.

E' possibile ottenere uno sconto sul mio preventivo?

La mini-addominoplastica e' indicata per me?

Ho  un sogno: aumentare i miei polpacci...

Sono un uomo: vorrei sviluppare i pettorali e definire l'addome

Sono un uomo, e ho il petto troppo pronunciato: posso risolvere con la ginecomastia?

Devo fare la mastoplastica additiva: che tipo di protesi mi metterete, e come?

Quali rischi comporta la mastoplastica additiva?

Devo fare il lifting al seno: avro' bisogno di protesi?

Posso aumentare il volume del seno con il lipofilling?

ho sentito parlare di cellution: funziona davvero?

Vorrei aumentare i glutei: posso fare il lipofilling?

La liposuzione e' pericolosa?

Ho un raggrinzimento palpebrale: la blefroplastica puo' aiutarmi?

Posso fare la silhouette lift in luogo del lifting tradizionale?

Vorrei fare la rinoplastica: ho il setto deviato...

Vorrei rifarmi il naso. ma... ho paura del dolore

Vorrei rifarmi il naso. ma... ho paura di non piacermi dopo

Potete suggerirmi da chi farmi operare qui in italia?

E' POSSIBILE OTTENERE UNO SCONTO SUL MIO PREVENTIVO?

L'alto standard qualitativo che ci prefiggiamo ci impone di garantire ai nostri pazienti i massimi requisiti di sicurezza e affidabilità. L'intervento deve essere condotto in modo impeccabile e con le massime tutele di sicurezza, dal momento che, se malauguratamente accadesse  una complicanza di qualunque natura e ci fosse necessità di ri-operare, l'Argentina non è esattamente dietro l'angolo.... Non possiamo permetterci errori, e quindi ci vediamo "costretti" ad affidarci a strutture, professionisti e materiali magari più costosi, ma impeccabili.

E' semmai possibile risparmiare invece sul soggiorno, orientandosi verso la scelta di un hotel di categoria leggermente inferiore (ma comunque confortevole), a fronte di un risparmio complessivo di circa 500 euro rispetto all'hotel a 4 stelle. Per il volo, purtroppo, il budget rimane oneroso; tuttavia in certi periodi dell'anno è possibile "spuntare" tariffe promozionali anche inferiori ai 700 euro. E' nostro interesse aiutare i nostri pazienti ad individuare soluzioni di viaggio confortevoli ma economiche, salvo restando che, per quanto concerne l'intervento in sé, purtroppo la parcella dello specialista e dell'équipe chirurgica non è rivedibile.


LA MINI-ADDOMINOPLASTICA E' INDICATA PER ME?

Come sempre, la risposta corretta è: dipende. Le foto sono necessarie al fine di comprendere se, per ogni caso specifico, si può prospettare una mini-addominoplastica in luogo dell'addominoplastica tradizionale, e se sussiste o meno la necessità di abbinare una liposuzione distrettuale al fine di produrre i risultati migliori.

L'addominoplastica tradizionale richiede circa 3-4 ore di intervento. Generalmente sono necessarie due incisioni: una nella porzione più bassa dell’addome, proprio al di sopra della linea dei peli del pube che si prolunga lateralmente, piuttosto lunga, fino ai fianchi; l’altra, piccola e circolare intorno all’ombelico, in quanto molto frequentemente l’intervento richiede una risistemazione dell’ombelico in una posizione più alta.

Nella mini-addominoplastica, invece, cute e tessuti sottostanti vengono “scollati” solo tra l’incisione soprapubica, più corta, e l’ombelico, senza trasporre quest’ultimo. La procedura è indicata soprattutto per un eccesso di tessuto sotto l’ombelico, ed è più rapida di un’addominoplastica completa. La mini-addominoplastica comporta quindi un livello di invasività minore, e tempi di recupero post-operatorio abbreviati. Mentre l'addominoplastica tradizionale richiede un tempo di soggiorno sul territorio argentino di 15 giorni (14 notti) complessivo, l'intervento di mini-addominoplastica prevede, invece, un soggiorno significativamente più breve (10 giorni complessivi), con un conseguente significativo risparmio in preventivo. Ma l'ultima parola su quale delle due strade sia la più indicata spetta al chirurgo, dopo la visione dei materiali che la paziente ci invierà.


HO  UN SOGNO: AUMENTARE I MIEI POLPACCI...

La chirurgia di aumento del volume dei polpacci è una procedura relativamente semplice, che dà in genere ottimi risultati. Si tratta comunque di un vero e proprio intervento chirurgico, e come tale richiede un'indagine pre-operatoria accurata. Per una prima valutazione di massima, abbiamo bisogno di alcune foto recenti del dettaglio anatomico su cui intervenire, possibilmente da più angolazioni e in stato di estensione (in riposo) e flessione (piegando l'arto). Già da questa prima basilare ricognizione, il Prof. Pavani valuterà la forma e le dimensioni dei polpacci e illustrerà al/la paziente le possibili modificazioni di forma e di volume consentite dalle moderne tecniche chirurgiche sudamericane.

L'aumento di volume può essere conseguito mediante l'impianto di protesi di gel di silicone (simili a quelle utilizzate nella mastoplastica additiva), o mediante il trasferimento di tessuto adiposo (lipofilling). Il Prof. Pavani suggerirà quale delle due strade sia più adatta nel caso specifico,  dopo aver visionato il materiale fotografico e il questionario destinato a valutare le condizioni di salute generali per escludere la presenza di alterazioni (quali pressione alta, problemi di coagulazione o di cicatrizzazione) che potrebbero influire sul risultato finale dell'intervento.

Nel caso di inserimento di protesi chirurgica, utilizzeremo degli impianti costituiti da un involucro esterno di silicone e da un contenuto interno di gel di silicone, di forma rotonda, allungata o con profilo anatomico o a goccia a seconda del tipo di risultato estetico da raggiungere.

Le incisioni saranno poco visibili in quanto rimangono nascoste nelle pieghe cutanee dei polpacci, nella piega poplitea (dietro il ginocchio); l'intervento durerà 1-2 ore e terminerà con una medicazione compressiva.


SONO UN UOMO: VORREI SVILUPPARE i PETTORALI E DEFINIRE L'ADDOME

Il quesito pone problematiche diverse, a seconda della finalità dell'intervento estetico. Occorre sapere, specificatamente per la definizione dell'addome, se tale esigenza nasce dal fatto di aver subito un forte dimagrimento, e di dover quindi "tirare" le eventuali pliche cutanee in eccesso e riempire le aree rimaste svuotate con un lipofilling, o magari di "ridisegnare" la regione addominale con un intervento di addominoplastica, preferibilmente associato ad una liposcultura distrettuale.

Oppure, la richiesta può provenire da uno sportivo professionista che ha bisogno di aumentare la massa muscolare a fini agonistici, o semplicemente si desidera farlo per una sua esigenza estetica personale. Per suggerire ad ognuno la soluzione ideale al proprio caso, abbiamo bisogno necessariamente di alcune foto delle aree da trattare, allo scopo di capire meglio l'esigenza. Per aumentare il volume e la definizione, l'alternativa è generalmente tra l'impianto chirurgico con protesi al lipofilling.

Per l'addome, una liposcultura distrettuale (la liposcultura è un’evoluzione della liposuzione in quanto utilizza delle microcannule per “scolpire” aree molto selezionate del corpo) potrebbe contribuire moltissimo a definire la muscolatura e, pur senza promettere miracoli e restando sempre realistici nelle aspettative, può aiutare ad ottenere quell'aspetto "a tartaruga" che è il principale obiettivo della maggior parte delle richieste.


SONO UN UOMO, E HO IL PETTO TROPPO PRONUNCIATO: POSSO RISOLVERE CON LA GINECOMASTIA?

In effetti, la prima cosa da fare è verificare per ogni singolo caso il tipo di ginecomastia, distinguendola tra "vera" (dovuta a un aumento anomalo della ghiandola mammaria) o "falsa", o pseudoginecomastia (dovuta a un accumulo di  tessuto adiposo). E' importante sapere che entrambe le condizioni (ginecomastia vera e falsa) a volte si possono presentare contemporaneamente, e richiedono trattamenti differenti.
In linea di massima, le strade che si profilano per il trattamento chirurgico del problema possono essere due: se la ginecomastia è provocata da un eccesso di tessuto adiposo viene eseguito un intervento di liposuzione, in anestesia locale o generale in regime di day surgery o con un breve ricovero. Se, invece, la sua ginecomastia è provocata da un eccesso di tessuto ghiandolare (o da una concomitanza dei due fattori), si può senz'altro prevedere l'asportazione chirurgica del tessuto ghiandolare in eccesso o l'asportazione chirurgica della ghiandola stessa attraverso una incisione periareolare (nel margine inferiore dell'areola mammaria). L'intervento in questo caso viene eseguito in anestesia generale con una giornata di degenza.


DEVO FARE LA MASTOPLASTICA ADDITIVA: CHE TIPO DI PROTESI MI METTERETE, E COME?

Anche in questo caso, la risposta corretta é: dipende. Per quanto concerne la scelta della tecnica operatoria per la mastoplastica additiva, prima di procedere all’intervento il dr.Pavani effettuerà una valutazione qualitativa e quantitativa dei tessuti e una valutazione della conformazione della gabbia toracica. Da questi elementi, in sostanza, dipenderà la scelta di forma, volume e dimensioni dell’impianto, ma soprattutto, la scelta dell’incisione chirurgica. Tutte le tecniche garantiscono un buon risultato in mani esperte, e possiamo dichiarare, senza tema di smentita, che il Prof. Pavani vanta una competenza ed esperienza nell'esecuzione di tutte e tre le tecniche (periareolare, subascellare e submammaria) tale da garantire un esito impeccabile, qualunque sia il percorso scelto per ottenerlo.

La scelta del tipo di protesi può rendere più agevole un tipo di incisione rispetto ad un altro. E' difficile prevedere quale si rivelerà la soluzione più indicata per ogni singolo caso: è una decisione che il chirurgo valuta personalmente con la paziente al momento della visita. Il volume e le dimensioni dell’impianto da utilizzare dipendono quasi esclusivamente dall’esame obiettivo e dalle misurazioni effettuate. In generale è possibile affermare che la scelta corretta dell’impianto è quella che ci darà un risultato post-operatorio più naturale possibile, rispettando sia l’equilibrio della regione toracica che di tutto il corpo. Ma intanto alla paziente possiamo offrire fin da subito una certezza: l'impianto sarà di marca Mentor, con garanzia a vita.


QUALI RISCHI COMPORTA LA MASTOPLASTICA ADDITIVA?

La paziente ha pienamente diritto di informarsi sui rischi concernenti il suo intervento: di fatto, un'informativa completa ed esauriente DEVE contemplarli.  Per quanto concerne la mastoplastica additiva, escludendo ogni eventuale imperizia del chirurgo, la maggior parte delle complicanze a medio e lungo termine sono legate all'utilizzo di protesi: non si può escludere la possibilità che la protesi stessa si rompa, o che venga rigettata. In questo consiste, sostanzialmente, la contrattura capsulare: si tratta di una  reazione da corpo estraneo. Quando è grave, può provocare dolore e mal posizionamento dell’impianto. Si rendono quindi necessari interventi locali (rottura manuale della capsula) o generali per la sua totale o parziale asportazione, e la sostituzione della protesi stessa.

La frequenza di contrattura capsulare è drasticamente inferiore per gli impianti a superficie testurizzata e collocati in posizione retroghiandolare.  Mentor e McGhan  sono le case produttrici i cui impianti hanno dimostrato una minore percentuale di contrattura capsulare. Per quanto riguarda, invece, il rischio di rottura, non è possibile conoscere precisamente l’incidenza della rottura degli impianti. Uno studio ha cercato di correlare la generazione degli impianti alla frequenza di rottura, riportando il 3.2% dei casi per gli impianti realizzati a partire dal 1992.

Per dati ufficiali e statistiche, suggeriamo di consultare il sito ufficiale della SICPRE, la Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica.


DEVO FARE IL LIFTING AL SENO: AVRO' BISOGNO DI PROTESI?

La risposta é: dipende. Occorre innanzitutto sottoporre alcune foto recenti (fronte + profilo) direttamente al Prof. Pavani, per una prima valutazione di massima.  Alle foto andrà accluso un questionario medico da noi fornito e compilato dalla paziente con tutti i suoi dati clinici, che servirà a farci un quadro più chiaro delle condizioni di salute generali, e verificare che non ci siano elementi ostativi all'intervento stesso. Già da questa prima ricognizione, il Prof. Pavani sarà in grado di fornire alcune indicazioni tecniche circa il modo in cui intende procedere all'intervento, caso per caso.

Solo valutando la costituzione fisica e l'anamnesi generale della paziente,  il chirurgo potrà dire se effettivamente il lifting del seno (mastopessi) dovrà essere sostenuto da una mastoplastica additiva, e dove intenderà installare, per quest'ultima eventualità, la protesi (subghiandola o sottomuscolo), dove andrà ad incidere (periareolare, ascellare o sotto il solco mammario), che tipo di protesi suggerisce e quanto tempo a parer suo durerà il decorso postoperatorio in clinica.


POSSO AUMENTARE IL VOLUME DEL SENO CON IL LIPOFILLING?

Riguardo la domanda se sia meglio ricorrere alla mastoplastica additiva tradizionale con protesi, oppure riempire il seno con innesto di grasso autologo (lipofilling), le opinioni sono controverse e sono soggette, in ultima analisi, al parere del chirurgo caso per caso. A nostro parere, la tecnica del lipofilling ha l'indubitabile vantaggio di non comportare i rischi di un intervento chirurgico vero e proprio. Questo significa niente allergie o rigetti, niente tagli e anestesia solo locale. Per contro, c'è una certa possibilità di diminuzione dei volumi nel postoperatorio. In altre parole: il grasso trapiantato è riassorbibile. Una parte considerevole verrà comunque riassorbita fisiologicamente subito dopo l'intervento. Se poi, nel corso del tempo, la paziente si sottoporrà a diete o a repentini cali di peso, magari perché avrà iniziato a fare sport, dovrà aspettarsi di vedere diminuire ulteriormente il volume dei seni.

A tutt’oggi la percentuale di attecchimento del grasso non è prevedibile. Si va per singolo intervento da un minimo del 50% fino al 90% del grasso trasferito, a seconda del metodo impiegato. Possono essere necessari quindi più interventi per raggiungere il risultato desiderato. Questa tecnica, infine, non si addice a donne molto magre, o che desiderino un aumento significativo: il volume ottenibile con il lipofilling rimane comunque di modesta entità.


HO SENTITO PARLARE DI CELLUTION: FUNZIONA DAVVERO?

Recentemente sono molto pubblicizzate le soluzioni "non chirurgiche" per l'intervento estetico al seno con l'utilizzo di cellule staminali, opportunamente purificate mediante un nuovo procedimento brevettato con il nome di Cellution, in grado di concentrare il numero di cellule staminali nel tessuto trapiantato.

Al momento in cui scriviamo, la nostra scelta è di non intervenire con le cellule staminali, ma solo con le cellule adipose, e per piccole superfici (il viso, ad esempio, viene splendido). Le motivazioni sono dovute principalmente al fatto che non esiste ancora una ragionevole sicurezza statistica sugli esiti. Esiste la possibilità di complicanze imprevedibili, oltre a quelle già note, dovute ad esempio al fatto che nel seno destro l'irrigazione sanguigna è diversa che nel sinistro. Questo vuol dire che ci sono buone possibilità di ritrovarsi davanti ad una chiara asimmetria nel giro di pochi mesi.

In sostanza, la tecnica è troppo nuova per vantare stime attendibili sui periodi medio/lunghi. Occorrerebbe un periodo di test di almeno cinque anni, per valutarne appieno la portata. Ci spiace dire che, per il momento, a fronte di un aumento notevole del costo per il paziente (più di 15.000 euro ad intervento, attualmente) i risultati clinici non sono ancora convincenti.


VORREI AUMENTARE I GLUTEI: POSSO FARE IL LIPOFILLING?

Il Prof. Pavani tende in linea di massima a sconsigliare l'intervento di lipofilling ai glutei, suggerendo in suo luogo una gluteoplastica con inserimento di una piccola protesi (gluteoplastica). Il motivo risiede principalmente nella pericolosità oggettiva, anche se spesso sottaciuta, della tecnica di lipofilling. In un momento in cui il lipofilling per i glutei sembra conoscere una popolarità senza precedenti, dal canto nostro ci sentiamo in dovere di sottolineare che si tratta dell'intervento con il piu alto indice di mortalita nell'ambito della chirurgia estetica, che comporta di fatto un elevato rischio statistico di trombosi ed embolia polmonare.

Senza creare irragionevoli allarmismi, vogliamo sgomberare il campo da ogni equivoco: il lipofilling rimane una tecnica eccellente se applicata su aree del corpo ristrette (per il volto, le mani e il trattamento delle cicatrici ottiene, ad esempio, risultati meravigliosi), mentre su vaste superfici (e possiamo senz'altro considerare la regione dei glutei come tale) comporta i rischi suddetti, come dimostra il recente caso della modella argentina deceduta proprio in seguito a questo tipo di intervento. Le considerazioni sulla pericolosità del lipofilling valgono per la liposuzione in generale.


LA LIPOSUZIONE E' PERICOLOSA?

Per quanto riguarda la liposcultura, il rischio maggiore è rappresentato dall'embolia polmonare, ovvero da insufficienza cardio-circolatoria per perdita eccessiva di sangue e fluidi in caso di lipoaspirazioni massive, quando cioè il volume di grasso aspirato è ben al di sopra di una certa soglia di sicurezza. Abbiamo affrontato l'argomento parlando del recente caso della modella argentina morta a dicembre in seguito ad un intervento di lipofilling ai glutei. Anche se il discorso è incentrato sul lipofilling, le considerazioni sulla pericolosità valgono per la liposuzione in generale.

In sostanza, per evitare ogni rischio basta non strafare, e operarsi in sicurezza. Di per sé, la liposuzione NON è assolutamente un intervento invasivo né pericoloso, a meno che non sia, per l'appunto, "massivo".


HO UN RAGGRINZIMENTO PALPEBRALE: LA BLEFROPLASTICA PUO' AIUTARMI?

Un "raggrinzimento" di una delle palpebre superiori è un problema che può dipendere da una concomitanza di varie circostanze. Escludendo una malformazione acquisita secondaria a traumi, ernie o emorragie (che possono insorgere improvvisamente in qualsiasi momento della vita), ed escludendo ancora ogni fenomeno di tremore palpebrale dovuto a un cattivo funzionamento del muscolo orbicolare, tale problema sembra piuttosto denotare una modificazione meccanica come la ptosi, ovvero la riduzione della rima palpebrale a causa della caduta della palpebra superiore con stiramento in basso di quella inferiore. Cio' avviene a causa di una diminuzione della potenza contrattile del muscolo orbicolare e palpebrale, come conseguenza del prolasso del grasso sottocutaneo.

Se così fosse, oltre all’evidente problema estetico, tale fenomeno può indurre l’insorgenza di traumi e infezioni, un’aumentata lacrimazione e la sopraggiunta di astigmatismo. Il nostro consiglio è senz'altro quello di escludere intanto qualunque fattore di ordine medico, di competenza dell'oculista, e poi di considerare senz'altro l'intervento del chirurgo estetico che potrà agevolmente risolvere il problema della ptosi palpebrale, o comunque del raggrinzimento cutaneo, mediante blefaroplastica.


POSSO FARE LA SILHOUETTE LIFT IN LUOGO DEL LIFTING TRADIZIONALE?

Con il termine di Silhouette Lift, o sospensione del volto mediante suture con coni, si fa riferimento ad una tecnica recentemente importata negli USA in Italia, pubblicizzata sovente come "lifting dolce" o alternativa non-chirurgica al lifting tradizionale. A tutti gli effetti, si tratta in realtà di una tecnica chirurgica vera e propria, anche se sicuramente non presenta caratteristiche di invasività proprie del lifting "tradizionale".  In questo tipo di intervento chirurgico si utilizzano nuove suture endoscopiche, cioè fili capaci di ancorare i tessuti che devono essere riposizionati per correggere i cedimenti del viso. La caratteristica più evidente è che le punte di ancoraggio non sono piccoli ganci o dentini (come nelle precedenti versioni di fili chirurgici), ma minuscoli e morbidissimi coni riassorbibili, realizzati con un composto di acido lattico (82%) e acido glicolico (18%).

Essendo una tecnica nata inizialmente con finalità non estetiche ma ricostruttive, destinata in particolare a pazienti interessati da paralisi del nervo facciale, occorre in primo luogo sincerarsi sulle finalità dell'intervento caso per caso, escludendo eventuali patologie. Di fatto, attualmente tale tecnica è richiesta e molto pubblicizzata anche da pazienti che, anche in assenza di una vera e propria prescrizione terapeutica per patologie evidenti, desiderano un'alternativa al lifting tradizionale.

Occorre precisare, però, che non tutti i pazienti possono candidarsi a questo tipo di intervento. Le suture endoscopiche sono indicate per la parte centrale e il terzo inferiore del viso e per affrontare moderati cedimenti cutanei. Se i tessuti sono sovrabbondanti, la prescrizione resta il lifting classico. Prima di procedere abbiamo quindi necessità di valutare se si rende applicabile (e consigliabile) la tecnica suddetta per il caso specifico richiesto.


VORREI FARE LA RINOPLASTICA: HO IL SETTO DEVIATO...

Un intervento di rinoplastica congiunto alla settoplastica (rinosettoplastica) mirato a correggere una deviazione del setto necessita di essere condotto congiuntamente dal chirurgo plastico e dall'otorino, insieme in sala operatoria. Prevediamo quindi la necessità di una doppia équipe chirurgica specialistica, che condurrà l'intervento presumibilmente in laparoscopia, una moderna tecnica chirurgica caratterizzata da un'invasività decisamente inferiore rispetto alla chirurgia tradizionale. I tempi di recupero sono inferiori, il dolore è ridotto e la degenza in ospedale abbreviata.

Indispensabile è effettuare una valutazione clinica precisa, comprendente una tomografia assiale computerizzata. La TAC può essere effettuata direttamente in clinica a Buenos Aires; il suo costo è già compreso nel preventivo fornito.


VORREI RIFARMI IL NASO. MA... HO PAURA DEL DOLORE

La rinoplastica non è dolorosa. Sia che l'intervento venga svolto in anestesia generale oppure in neuroleptoanalgesia, che consiste nella somministrazione endovenosa di farmaci che inducono uno stato di rilassamento mentale e di calma (la decisione finale su quale delle due soluzioni adottare spetterà al chirurgo in accordo con il cardiologo e l'anestesista, dopo l'esame delle sue analisi e dell'ECG), non vi è comunque alcun dolore durante l’operazione. Dopo l'intervento, si avvertirà per le successive ore un lieve dolore pungente o pulsante facilmente dominabile con blandi analgesici. Il momento più delicato è quello della prima notte: motivo per cui mettiamo ad esclusiva disposizione dei pazienti una infermiera specializzata che trascorrerà con loro l'intera notte, seguendoli nella camera d'albergo, pronta ad intervenire per ogni necessità, anche solo per portare un bicchiere d'acqua.


VORREI RIFARMI IL NASO. MA... HO PAURA DI NON PIACERMI DOPO

E' più che normale nutrire ansia e dubbi quando si tratta di una decisione così delicata. Stiamo parlando di salute, e ancora di più, di qualcosa che ci tocca nell'intimo, coinvolgendo tutta la nostra sfera di valori, il modo con cui ci relazioniamo con noi stessi e gli altri. "Riconoscersi" o meno allo specchio, dopo l'intervento, è indubbiamente il passo cruciale.

La prima cosa che andrebbe sottolineata è il profondo cambiamento nel corso dell’ultima generazione della "filosofia" che c'è dietro un intervento estetico. Non si tratta solo di tecniche  più sofisticate e all’avanguardia, di protesi e materiali chirurgici con brevetti ipertecnologici, o degli ultimi dispositivi di telemedicina computerizzata. E’ il nuovo approccio globale a fare la differenza,  a rendere protagonista finalmente la persona al centro di un complesso e sofisticato sistema integrato di tecniche ad alta precisione, che abbracciano tanto la chirurgia plastica più “tradizionale” che la moderna medicina estetica e le più recenti metodologie mini-invasive come la laparoscopia. Parliamo ad esempio del naso: finita l’era dei nasini tutti alla francese, oggi per quel che riguarda la rinoplastica si può parlare di evoluzione soprattutto per quanto riguarda il gusto e lo stile del ritocco. Se infatti le tecniche sono più o meno sempre le stesse, e l’attenzione alla funzionalità del naso rimane ovviamente l’aspetto prioritario, oggi c’è in più una maggiore ricerca dell’armonia del risultato con il viso che l'ospiterà.

Dal punto di vista strettamente delle tecniche, si può ragionevolmente affermare che queste sono rimaste pressoché immutate nel corso degli ulltimi venti anni. L'unica  novità recente è costituita dalla  cosiddetta rinoplastica aperta o "open rhinoplasty", che in realtà non è una tecnica nuova (esiste, anche questa, da oltre vent’anni), ma che si è diffusa parecchio in tempi recenti, soprattutto negli Stati Uniti, perché permette un ottimo controllo dell'intervento, particolarmente nel rimodellamento della punta. In sostanza, la tecnica è ormai così rodata e collaudata, che potremmo darla pure per scontata. L’eccellenza nel risultato oggi si valuta soprattutto in base alla capacità, quella per nulla scontata, di ottenere un naso non perfetto in assoluto, ma adeguato e armonioso per quel viso specifico. Anche stavolta, come per tutti i trend della moderna chirurgia estetica, l’obiettivo è dunque quello di ottenere un risultato naturale, dove non sia evidente la firma del chirurgo. E' proprio per questa ragione che sottolineiamo nel Prof. Pavani l'aspetto del gusto estetico (il senso dell'armonia e delle proporzioni), che, secondo la nostra opinione, a parità di competenza tecnica, fa veramente la differenza tra un chirurgo eccellente e un chirurgo mediocre.

E ora passiamo al discorso, delicatissimo, della motivazione, e dell'eventuale insoddisfazione post-intervento. In effetti, subito dopo l’intervento, per quanto forte sia stata la motivazione iniziale, il paziente si confronterà con una fase breve ma psicologicamente difficile. Il suo naso ed il viso saranno gonfi, incerottati e forse con qualche livido di troppo. Dovrà dormire in posizione semiobbligata, con la testa sollevata, il naso sarà tappato dalle crosticine e la sua routine giornaliera, compresa l’attività fisica, potrà sembrarle completamente sovvertita. In queste condizioni non è infrequente sentirsi depressi, specialmente intorno alla terza giornata postoperatoria, fomentando quella che è senz'altro la maggiore preoccupazione legata all'intervento: e cioè la paura che il risultato non sarà quello desiderato.

Su questo timore si basano le incessanti richiesta di elaborazioni grafiche, di foto di precedenti pazienti, di statistiche operatorie personali del chirurgo (classica la domanda “quanti casi come il mio ha operato?”), di rassicurazioni su come tutelarsi nel caso in cui il risultato non dovesse essere quello desiderato.  In base a quanto recentemente pubblicato su riviste scientifiche, alcune cause di insoddisfazione sono tipiche. Tutte derivano da errori di comunicazione tra chirurgo e paziente o dall’incompleta o inesatta informazione preoperatoria fornita, come ad esempio l’illusione che la liposuzione possa essere un metodo efficace per perdere peso (ovviamente, se il chirurgo non chiarisce che gli effetti della liposuzione sul peso corporeo sono del tutto trascurabili, l’ insoddisfazione sarà garantita), o che l’addominoplastica "crei" dal nulla una magica tartaruga di muscoli perfettamente delineati...

Il nostro consiglio pratico è pertanto quello di pretendere innanzitutto dal proprio chirurgo una comunicazione esaustiva e completa, e di pianificare fin da ora di operarsi in un periodo di basso stress psicologico, senza impegni importanti in prossimità dell'intervento. Ma, soprattutto, di mantenere aspettative realistiche. Un intervento di chirurgia estetica migliora la qualità della vita, ma non può risolvere ogni genere di problemi. Piuttosto, deve essere l’impulso per innescare un cambiamento profondo e radicale che parta da dentro, impegnandoci a prenderci cura di sé sotto molteplici aspetti: da un miglioramento qualitativo delle abitudini di vita,  agli  stili alimentari, alla pratica costante di uno sport, e perchè no, anche  a un nuovo taglio di capelli che evidenzierà immediatamente la nostra trasformazione. Perché, se pure è vero che un intervento di chirurgia non ci cambia la vita, è altrettanto vero che avrà nel frattempo innescato quel delicato meccanismo psicologico che metterà in movimento le nostre stesse risorse ed energie, e ci trasformerà  davvero in una persona sostanzialmente nuova e diversa.


POTETE SUGGERIRMI DA CHI FARMI OPERARE QUI IN ITALIA?

Chirurgia Estetica SALUS si affida a strutture e professionisti localizzati esclusivamente sul territorio argentino. Per fare l'intervento in Italia non possiamo offrire che alcuni suggerimenti indicativi, che rimangono comunque validi qualunque sia la località di destinazione prescelta per l'intervento. In linea generale, ci sono due strade percorribili: affidarsi alle mani di un bravo chirurgo estetico di cui si conosca fama e reputazione, in ospedale o nella sua clinica privata; oppure scegliere un'organizzazione che raggruppi al suo interno un pool di professionisti di provenienza eterogenea.

Nel caso della prima alternativa (affidarsi a un chirurgo estetico di fama, o per lo meno, di comprovata esperienza), il fattore che incide sulla scelta è, in ultima analisi, il costo dell'onorario. I luminari che hanno fatto la storia della chirurgia estetica in Italia sono attualmente una quindicina, e il loro onorario è stimato in base all'eccellenza professionale. In altre parole, esorbitante. Si arriva fino a 12.000-15.000 euro per una addominoplastica, effettuata in una clinica di rilievo. Una clinica illustre è fondamentale: anche per il più famoso dei chirurghi estetici, una scelta sbagliata può ledere il prestigio internazionale conquistato con decenni di duro lavoro.

Il prezzo dello stesso intervento per mano di un chirurgo non di chiara fama, ma tuttavia di ottima esperienza e competenza, parte dai 7000 euro. Anni di (costoso) studio e di sacrifici, e un esperienza almeno decennale di sala operatoria, giustificano pienamente queste cifre. Se a realizzare l'intervento è invece un giovane chirurgo, magari laureato da poco ma sicuramente molto bravo e dedito al lavoro, il costo complessivo oscilla intorno ai 5000.

Nel caso della seconda alternativa (affidarsi ad un'organizzazione) i prezzi sono indubbiamente alla portata, e i parametri di qualità per lo più ragionevoli. Tutte le organizzazioni operanti nel settore della chirurgia estetica in Italia hanno la necessità di collaborare con un numero considerevole di chirurghi, al fine di mantenere bassi i costi di gestione ammortizzandoli su di un numero di interventi ragionevolmente elevato. Naturalmente, questo meccanismo comporta un notevole risparmio per il paziente. Il "contro" di questa scelta è che la maggioranza statistica dei collaboratori di una grande organizzazione si colloca necessariamente su di un livello medio: accanto a qualche luminare, si possono trovare buoni chirurghi estetici di media esperienza e giovani talenti emergenti talora di poca o nessuna esperienza. Occorre quindi sapere prima chi metterà effettivamente mani al bisturi, ed avere in sostanza un po' di fortuna (e informarsi molto bene).

In sintesi, al di sotto di € 5000/6000 euro non è comunque possibile garantire in Italia gli standard qualitativi minimi di sicurezza.  La chirurgia estetica low cost in Italia, sotto detta soglia, è  di fatto impossibile, se non a rischio di mettere seriamente a repentaglio la propria salute. I  nostri consigli sono: diffidare di chiunque proponga un intervento chirurgico in una struttura ambulatoriale o non appropriata, e sincerarsi sempre e comunque sull'identità di chi metterà mano al bisturi. E, infine... lasciarsi guidare da un pizzico di intuito. Alla fine, il chirurgo plastico ideale è quello che saprà dare più fiducia e a farci sentire più sereni.

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