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Chirurgia estetica in Argentina. La qualità più alta della bellezza

Riduzione del seno

Che cos'è la mastoplastica riduttiva?

La mastoplastica riduttiva è il procedimento chirurgico per diminuire le dimensioni e la flaccidità del seno, trasformandolo da cadente a sodo e alto correggendone un eventuale mancanza di simmetria mammaria. La mastoplastica riduttiva elimina i disturbi dovuti ad un seno di questo tipo, quali: indolenzimento della schiena, dolori del collo, dolori della zona lombare, mal di testa, mancanza d’aria, dermatiti e ulcerazioni vicino al reggiseno e nel solco mammario. Oltre alle conseguenze nei comportamenti e scelte relazionali e sociali, compresi abbigliamento e vita sessuale. Avere un seno di dimensioni grandi, al punto di provocane la caduta (ptosi) ha differenti cause, ormonali genetiche e per un aumento di peso notevole.

Per catalogare l eccessivo volume di un seno esiste una scala denominata di REGNAUL E HETTER che classifica in tre categorie (grave, media, leggera) a seconda della quantità di tessuto da eliminare chirurgicamente. (fino a 200 cc., tra 200 e 500 cc, tra 500 e 800 cc.) viene anche valutato il grado di rilassamento del seno stesso e il luogo dove si trova l areola e il capezzolo in relazione al solco sotto mammario. Nel caso ci si trovasse nelle condizione di eliminare una quantità di seno superiore agli 800 cc si sta parlando di gigantomastia una condizione di ipertrofia del seno con problemi alla ghiandola mammaria ed hai tessuti attorno che lo sostengono. Si compie in questo caso un procedimento chirurgico dove si elimina il tessuto mammario in esubero e si ricolloca in una posizione più alta tutto il complesso areola e capezzolo.

Se dobbiamo definire un grado di difficoltà la mastoplastica riduttiva è oggettivamente più complessa della additiva. Nei casi in cui la parte del seno da rimuovere supera gli 800 cc. Si parla di gigantomastia, un’ipertrofia della mammella di notevoli dimensioni, dovuta a cause patologiche della ghiandola mammaria e dei tessuti di sostegno. La correzione di questa anomalia, per mezzo di un intervento chirurgico, consiste nell’asportare il tessuto mammario in eccesso, nel riposizionare la ghiandola e il complesso areola-capezzolo ad un livello superiore. La mastoplastica riduttiva entra nella classifica degli interventi chirurgici complessi, che tuttavia, non comporta complicazioni di alcun tipo, se eseguito da uno specialista in chirurgia plastica, esperto nel rimodellamento del seno, all’interno di strutture debitamente attrezzate e autorizzate.

La mastoplastica riduttiva è indicata nei casi di seno troppo voluminoso, che causa disturbi quali:

  • Dolore alla schiena, soprattutto alla regione cervicale e lombare.
  • Dolore alla regione mammaria.
  • Problemi di respirazione.
  • Ulcerazione nella piega sottomammaria e in corrispondenza delle spalline del reggiseno.
  • Problemi psicologici e sociali con condizionamenti nell'attività sportiva, quotidiana e sessuale.

Nel corso degli anni, le tecniche di chirurgia estetica si sono notevolmente evolute e perfezionate, con lo scopo di rendere i risultati stabili nel tempo, ridurre le cicatrici e le complicanze, al minimo.

Primo intervento di mastoplastica riduttiva: eseguito in Inghilterra nel 1669 dal dott. Durston. Nel 1854 Velpeau classificò la deformazione mammaria, come patologia con conseguenze negative alla salute. Nel 1882 Thomas e Gaillard sperimentarono un nuovo metodo di chirurgia utilizzando un’incisione sottomammaria che permetteva di fissare la ghiandola all’altezza della seconda cartilagine costale. Nel 1897 Pousson si cimentò in un intervento chirurgico per ridurre il volume della mammella tramite incisioni sulla regione superiore della mammella con fissaggio della ghiandola al muscolo grande pettorale. Poco dopo, Vercherè perfezionò questa tecnica praticando delle resezioni triangolari sulla zona esterna-superiore e diminuendo il volume di cute, tessuto adiposo e ghiandola.

Negli anni 1903 e 1907 Guinard e Morestin intervennero sulla ghiandola, con asportazioni ghiandolari a forma di cono o discoidali. Furono, poi, successivamente eseguite asportazioni ellittiche superiori, o inferiori, successivamente tramite segmenti circolari in uno o due tempi. Ma la tecnica ancora oggi diffusa fu introdotta da Lotsch nel 1923, essa consiste nel sollevare la mammella, con spostamento del complesso areola-capezzolo ed asportazione di pelle in eccesso, tramite incisione verticale e periareolare. Nel 1927 Joseph si basò su due incisioni, una in direzione ascellare, e l’altra nella zona mammaria superiore per ricollocazione areola e capezzolo. Scharzmann nel 1930 elaborò una nuova tecnica definita “a peduncolo” finalizzata nell’isolare un peduncolo in cui era compreso il complesso areola-capezzolo e a mantenerne la vascolarizzazione. Ne residuava una cicatrice a T invertita. Negli anni ’60 e ‘70 furono proposte molte altre tecniche da vari autori tra cui Strombeck (1960), Pitanguy (1960), Skoog (1963), Mc Kissock (1972), Pontes (1973), Regnault (1974) e Goldwyn (1977). Infine, a partire dagli anni ’80 Gruber, Jones e Benelli promossero la tecnica periareolare, e altre tecniche chirurgiche di diverso genere, finalizzate sempre e comunque al raggiungimento di una forma armoniosa del seno con cicatrici sempre meno numerose e sempre meno visibili.

Non esistono limiti di età del paziente per effettuare l’intervento di mastoplastica riduttiva e ricostruttiva, ma bisogna aver raggiunto il ventesimo anno d’età. La chirurgia di riduzione del volume del seno può essere eseguita da sola o in associazione ad altri interventi di chirurgia estetica (es. mastopessi) purché non troppo impegnativi per lo stato di salute della paziente. La mastoplastica riduttiva è un intervento complesso che dà ottimi risultati se eseguita da un chirurgo esperto e competente. Ci potrebbero essere complicanze (sanguinamento, infezione), ma generalmente sono quasi rare, per cui per ridurre i rischi e le eventuali complicazioni post operatorie, è necessario seguire i consigli e le indicazioni del medico chirurgo che effettuerà l’operazione.

E’ fondamentale sottoporsi ad un’accurata visita specialistica pre-operatoria, in cui verranno analizzate le mammelle in fatto di dimensioni e forma in tutti i particolari e in cui verrà definita la tecnica chirurgica più attinente al caso del soggetto preso in esame. In questa visita specialistica saranno altresì, individuati eventuali patologie che il paziente si porta dietro ed impartite raccomandazioni su alimentazione, e stile di vita, prima, dopo e durante l’intervento. Questa visita sarà necessaria anche per la prescrizione di esami di routine, per accertamenti i cui risultati saranno poi esaminati dall’anestesista. La mastoplastica riduttiva viene generalmente eseguita in anestesia locale con sedazione in regime di day-hospital. In caso di ipertrofie severe o gigantomastie, l’intervento viene eseguito in anestesia generale senza intubazione (cioè solo con l’ausilio della maschera laringea) e richiede una o due notti di ricovero in clinica. Le incisioni possono essere effettuate solo intorno all'areola o scendere verticalmente fino al solco sottomammario e lungo la piega inferiore del seno (cosiddetta incisione a forma di ancora o a T rovesciata). Le cicatrici permanenti, lasciate dall’intervento di mastoplastica riduttiva del seno, saranno facilmente camuffabili dagli indumenti intimi.

Fig.1 Gigantomastia Fig.2 Disegno pre-operatorio.
Fig.3 Incisioni Fig.4 Risultato e cicatrici

L'intervento di mastoplastica riduttiva dura da un'ora e mezzo a circa tre ore, è assolutamente indolore e termina con una piccola medicazione e l'uso di un reggiseno. Lo specialista raccomanda il riposo nelle 48 ore successive all'intervento di mastoplastica riduttiva. Nei primi due giorni potranno apparire gonfiore ed ecchimosi intorno alla regione trattata. Raramente si possono verificare sanguinamenti, infezione, cicatrici cheloidee e alterazioni della sensibilità dell'areola e del capezzolo (soprattutto in pazienti fumatrici) e difficoltà a futuri allattamenti. A partire dal terzo giorno sarà possibile riprendere a svolgere una vita normale evitando però attività faticose, saune, bagni turchi e l'esposizione al sole.

Dopo 7-10 giorni sarà possibile riprendere l’attività lavorativa se non eccessivamente faticosa. A tre settimane dall'intervento chirurgico sarà possibile svolgere progressivamente tutte le normali attività compresa quella sportiva. Il risultato estetico ottenuto con questo tipo di intervento chirurgico, è generalmente molto soddisfacente e duraturo ma non permanente, in quanto sarà sempre condizionato dallo stile di vita della paziente (aumento e perdite di peso, gravidanze, fumo, ecc.) e dagli inevitabili effetti della gravità e dell'invecchiamento.

Prima Dopo
Simulazione
Prima Dopo
Simulazione
Prima Dopo
Simulazione

 

Come qualsiasi tipo di intervento chirurgico, anche la mastoplastica riduttiva potrebbe in alcuni casi portare delle complicanze, quali: infezioni, sanguinamenti, cicatrici cheloidee, lieve asimmetria mammaria, alterazioni della sensibilità dell’areola e del capezzolo (soprattutto in pazienti fumatrici), difficoltà all’allattamento, ischemia e necrosi dell’areola o del tessuto adiposo. Per questo motivo la paziente è tenuta a firmare il proprio consenso scritto all’intervento, normale prassi di qualsiasi intervento chirurgico e nella fattispecie, in questo caso il modulo sarà fornito dalla SICPRE, Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica.


Faq mastoplastica riduttiva

D. Ho 15 anni e ho già un seno molto grande (7° misura). Che problemi mi potrebbe provocare in futuro?

R. La gigantomastia (o ipertrofia mammaria), nella maggior parte dei casi provoca disturbi alla schiena, alla cervicale e lombare, ulcerazioni nella piega sottomammaria e in corrispondenza delle spalle dove sono posizionate le spalline del reggiseno. Tutto questo potrebbe comportare problemi a livello sociale e relazionale in tutti gli ambiti di vita quotidiana di una donna, compresa quella sessuale.

D. Da cosa dipende l'eccessivo volume del seno e come può essere ridotto? E' sufficiente una dieta?

R. Intorno ai 20 anni, il volume del seno è costituito per circa il 50% da tessuto ghiandolare e per circa il 50% da tessuto adiposo. Con l’aumentare dell’età, il tessuto adiposo viene, via via, quasi ad occupare interamente il seno, mentre la materia ghiandolare arriva a diminuire notevolmente. Per diminuire il volume di un seno troppo grande non è sufficiente la dieta o l'esercizio fisico in quanto né l'una né l'altro agiscono sulla percentuale di tessuto ghiandolare che può essere ridotto solo mediante un intervento di mastoplastica riduttiva.

D. Dopo un intervento di riduzione del seno, potrò allattare normalmente?

R. Le donne operate di mastoplastica riduttiva potrebbero avere dei problemi nell’allattamento, soprattutto in caso di asportazione di una buona percentuale di tessuto sia ghiandolare che adiposo.

D. Come e dove vengono fatte le cicatrici nell'intervento di riduzione del seno?

R. Le incisioni possono essere effettuate solo intorno all'areola o scendere verticalmente fino al solco sottomammario e lungo la piega inferiore del seno (cosiddetta incisione a forma di ancora o a T rovesciata). In base alla quantità di materia da asportare, sarà deciso anche il tipo d’incisione.

D. L'intervento di riduzione del seno è doloroso?

R. Non è doloroso, tuttavia dopo l’intervento, potrebbe manifestarsi un lieve indolenzimento nella regione mammaria che potrà essere efficacemente controllato con degli analgesici.

D. Ho 38 anni e dopo due gravidanze il mio seno, che prima era una quarta misura, è diventato più piccolo e cadente. Che cosa posso fare per tornare come ero prima?

R. Questo problema può essere risolto con la mastopessi, particolarmente indicato per donne con seni piccoli e cadenti. Se la paziente desidera risollevare il seno caduto e ripristinare il volume che è stato perso, è consigliabile associare alla mastopessi anche l'inserimento di una piccola protesi mammaria.

D. Vorrei risollevare il seno senza però mettere delle protesi. Esiste un intervento che mi dia questo risultato senza lasciare cicatrici?

R. No, non esiste. L'intervento di mastopessi comporta necessariamente delle cicatrici o solo intorno all'areola (nelle piccole mastopessi round-block) o periareolare e verticalmente fino al solco sottomammario (mastopessi a cicatrice verticale) o anche lungo la piega inferiore del seno (mastopessi a T rovesciata o ad ancora).

D. Le cicatrici nella mastopessi e nella mastoplastica riduttiva sono molto evidenti?

R. La mastopessi e la mastoplastica riduttiva lasciano cicatrici la cui migliore o peggiore qualità dipenderà non solo dall'abilità del chirurgo ma soprattutto dalla capacità congenita di cicatrizzare della singola paziente.

D. Dopo l'intervento di riduzione del seno, la sensibilità del capezzolo resterà la stessa?

R. In alcuni casi la sensibilità del capezzolo potrebbe modificarsi, diminuire, ma generalmente è un problema transitorio e non permanente.

D. Come si fa a richiedere il finanziamento dell'intervento chirurgico di mastoplastica riduttiva?

R. E' possibile richiedere il pagamento a rate dell'intervento di mastoplastica riduttiva, chiedendo al proprio chirurgo estetico quali sono le modalità di finanziamento della chirurgia estetica.

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